di Benedetta Tintillini
E’ tornato alla luce, durante i restauri della chiesa della Natività di Betlemme a cura della italiana Piacenti Spa (www.piacenti.org), un grande mosaico raffigurante un angelo alto circa due metri e mezzo.
La scoperta, effettuata Silvia Starinieri e dalla sua squadra, è avvenuta grazie all’ausilio di una telecamera termografica attraverso la quale, sotto strati di intonaco, si è potuto intercettare il volto del grande angelo che, insieme ad una schiera di altri sei, era stato posto a protezione dei pellegrini che sarebbero entrati a visitare una delle chiese più antiche della cristianità.
Il secolare abbandono, le traversìe dei luoghi, la mancanza di manutenzione sono state le cause della perdita o l’occultamento di gran parte dell’apparato musivo della chiesa, basti pensare che parte dei mosaici è andata perduta a causa delle infiltrazioni d’acqua che penetrano dal tetto dell’edificio, anch’esso oggetto di restauro come il portale d’ingresso ed i mosaici.
Purtroppo, secondo il team che si occupa del restauro, solo il 20% dei mosaici originali è ancora recuperabile, tra questi, quelli raffiguranti gli Apostoli, una scena dell’incredulità di San Tommaso, altri santi e patriarchi e alcune immagini di Gesù, Giuseppe ed una Maria Addolorata.
I mosaici sono firmati, in siriano e latino, da un artista di nome Basilio, che si pensa sia l’autore del Salterio di Melisenda, un manoscritto miniato commissionato attorno al 1135 nel regno crociato di Gerusalemme, probabilmente da re Folco per la moglie, ed un dato certo, per gli archeologi, è che questi mosaici furono commissionati dal re crociato di Gerusalemme Almarico I e l’imperatore bizantino Manuele Comneno.
Papa Francesco ha lodato il recente restauro dell’angelo durante il suo incontro con i membri della ROACO (Riunione delle Opere di Aiuto per le Chiese Orientali).
Al fine di finanziare il restauro delle 50 enormi colonne della basilica è stata lanciata la campagna di raccolta fondi “Adotta una colonna” (http://www.nativityrestoration.ps), con l’intento di raccogliere i due milioni e trecentomila euro necessari.
I due ordini di colonne di marmo che delimitano la navata centrale hanno bisogno di ritrovare la bellezza perduta. Delle cinquanta totali, trentadue colonne di epoca giustiniana sono decorate con pitture crociate del XII secolo, ormai invisibili a causa del tempo e della polvere. Sotto la patina, alcuni ritratti di Santi d’oriente e di occidente accompagnano il cammino dei pellegrini verso l’altare.